Parole minacciose sono state pronunciate martedì dal Cremlino. Una nuova esibizione di muscoli del presidente Vladimi Putin che elogia i voli dei bombardieri e rilancia il riarmo nucleare russo. «Aumentare la capacità delle sue forze nucleari strategiche», dice il presidente russo Putin in una riunione dei vertici del ministero della Difesa ampiamente resocontata dall'agenzia di stampa Itar-Tass.
La Russia non può restare indifferente di fronte a un rafforzamento della Nato a ridosso dei suoi confini, è la sostanza del discorso. Mosca «non intende rispettare unilateralmente i trattati Cfe» sul disarmo e le forze convenzionali in Europa. La moratoria sull'accordo, ribadisce per altro Putin «è una misura forzata e necessaria. Ed è uno dei passi adeguati all'aumento muscolare di alcuni paesi Nato». Il leader del Cremlino alludeva, naturalmente, allo scudo antimissile americano che Washington vorrebbe installare in Polonia e Repubblica ceca: «In violazione di accordi precedenti, vicino alle nostre frontiere aumentano le risorse belliche di singoli paesi e dell'Alleanza atlantica nel suo complesso, e le nostre proposte su un sistema unico di difesa, con accesso paritario di tutti i partecipanti alla gestione, restano purtroppo senza risposta».
Il presidente russo ha ricordato che i partner dell'Alleanza «non solo non hanno ratificato il trattato, ma alcuni non lo hanno neanche firmato. Dovremmo forse aspettare anni e anni? Non possiamo restare in eterno in questa situazione». «Appena i nostri partner aderiranno al trattato modificato e, cosa più importante, lo rispetteranno, la Russia esaminerà la possibilità di riprendere a osservare i propri impegni», ha aggiunto Putin. In caso contrario, sempre meglio essere pronti. Dunque Putin annuncia: «Dobbiamo aumentare la capacità delle forze nucleari strategiche in modo da poter dare una risposta rapida e adeguata a qualunque aggressione».
La principale garanzia della sicurezza russa, ha sottolineato il leader del Cremlino, «restano forze armate mobili ed equipaggiate con le tecniche più avanzate. Solo un livello veramente alto di operatività può garantirci la capacità di difesa dalle potenziali minacce».
Il trattato Cfe, concordato nel 1990 e applicato nel 1992, era stato emendato nel 1999 per adeguarlo alla realtà post-sovietica. Ma i paesi Nato non hanno ratificato la nuova versione a causa del dispiego di forze russe in alcune zone calde dell'ex Urss, come l'Abkhazia (Georgia) e il Transdnestr (Moldavia).