Il Time poteva scegliere come personalità del 2007 i monaci nonviolenti della rivolta in Birmania. Non sarebbe stata la prima scelta collettiva, basti ricordare che, nel 2003, “uomo dell’anno” erano i soldati Usa. Potevano scegliere una donna, Jo Rowling, autrice della fortunata serie Harry Potter. Ma non è stata scelta. Potevano scegliere un generale, David Petreaus, che sta rapidamente trasformando il “pantano” iracheno in una guerra che può essere vinta, ridando speranza agli americani e soprattutto a milioni di iracheni. Ma... no, non è nemmeno lui l’uomo dell’anno. Un altro candidato era Al Gore. Ha vinto il Nobel, anche se spacciando per vere delle teorie giudicate faziose da molti scienziati. Niente. Forse era più favorito Hu Jintao, ritenuto l’autore del nuovo miracolo economico cinese. Anche se sta violando i diritti umani. E invece Hu Jintao, evidentemente, non bastava. Ci voleva un leader che violasse i diritti umani, truccasse le elezioni, facesse la voce grossa contro l’Occidente. Uomo dell’anno 2007 è Vladimir Putin.