Nuove Br, altri due arresti a Padova

Due nuovi arresti a Padova nell'ambito dell'indagine sulle presunte nuove Br, condotta dal pm milanese Ilda Boccassini che ha già portato con l'operazione "Tramonto" a arresti da parte delle polizie di Padova, Milano, Trieste, Torino e Venezia e alla scoperta di alcune armi nascoste in un cascinale oltre a materiale e a piani di rapine di autofinanziamento. I nuovi arrestati sono Michele Magon e Andrea Scantanburlo.

Si tratta di due padovani: Magon ha solo 24 anni, mentre Scantamburlo di anni ne ha 43 è un sindacalista, come altri - tutti sospesi dai rispettivi sindacati - membri dell'ala "movimentista" delle nuove Br capeggiata secondo gli inquirenti da Alfredo Davanzo, già esule in Francia dopo una rapina nell'82: uno dei pochissimi, insieme al coetaneo cinquantenne Claudio Latino ad essersi dichiarato «prigioniero politico» dopo l'arresto.

Scantamburlo si trovava già ai domiciliari, finito in carcere il 12 febbraio scorso insieme ad altre 14 persone sempre nell'inchiesta sulla riorganizzazione delle Br Pc-pm, partito comunista politico-militare, legati cioè alla cosiddetta "seconda posizione" delle nuove Brigate rosse.


Secondo uno dei legali difensori questi due nuovi arresti sono spiegabili solo con «un'operazione di immagine». «È la solita vecchia storia - spiega l'avvocato Ugo Giannangeli -: l'uso strumentale della custodia cautelare per tentare di stroncare la resistenza dell'imputato, sperando in un suo atteggiamento collaborativo». «La procura sa di avere poco in mano - continua Giannangeli -, sono significativi gli arresti domiciliari a quasi metà degli imputati e, nell'imminenza dell'udienza preliminare, tenta di consolidare un quadro probatorio inconsistente».

A Scantanburlo sono contestate in questo nuovo provvedimento una serie di aggravanti della misura cautelare e quindi è stato disposto il ritorno in carcere, determinato dalla contestazione di nuovo fatti. In particolare l'aver preso parte alla fase preparatoria di un'azione di autofinanziamento e di trasporto di armi per conto del gruppo terroristico. Per il più giovane Magon si tratta invece del primo arresto: gli contestata la partecipazione esterna all'associazione sovversiva costituita in banda armata. In tutto finora le persone arrestate in questa inchiesta sono 17.

All'origine degli arresti di oggi ci sarebbero le dichiarazioni dell'unico pentito dell'inchiesta, Valentino Rossin. E infatti Rossin recentemente era stato a lungo interrogato dal pm. Trentacinquenne Rossin è il proprietario del cascinale dove sono state scoperte armi e documenti del gruppo, proprio nella campagna alla periferia di Padova. E a Padova secondo gli inquirenti l'area di riferimento dei brigatisti era quella del centro sociale "Gramigna".

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