Massimo Morsello
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 Nuclei Azione Casa

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MessaggioTitolo: Nuclei Azione Casa   Nuclei Azione Casa Icon_minitimeMer Gen 09, 2008 7:20 pm

TRATTO DAL SITO DI FORZA NUOVA
La Genesi…
"Per chi, come noi, da sempre si è schierato in prima linea nelle battaglie per tutelare gli Italiani e i loro diritti, il dramma dell’emergenza abitativa è oggi una assoluta priorità."

Affitti alle stelle, mutui soffocanti… Tutto questo mentre il carovita aggredisce impietosamente il potere d’acquisto di stipendi e pensioni.
Case popolari ridotte a ghetti per immigrati e a tristi avamposti del degrado metropolitano.
E’ tempo di soluzioni definitive, è tempo per i Nuclei d’Azione Casa.
Forza Nuova istituisce i Nuclei d’Azione Casa, la risposta militante al problema dell’emergenza abitativa: nuclei pronti ad agire ovunque ce ne sia bisogno.
Il loro compito sarà di comunicare all’opinione pubblica il dramma che migliaia di famiglie italiane vivono ogni giorno, sostenendo le legittime aspettative della comunità nazionale nell’inquietante panorama della crisi delle politiche abitative.
I Nuclei d’Azione Casa si batteranno senza compromessi, attivandosi con una tenace campagna che partirà in quei quartieri popolari degradati ove milioni di nostri connazionali vivono in condizioni disonorevoli e precarie.
Il messaggio dei Nac è estremamente attuale in un’Italia ove la povertà e la precarietà vengono continuamente accentuate da politiche impopolari, che salvaguardano esclusivamente gli interessi di pochi grandi speculatori immobiliaristi, unici e incontrastati tiranni del mercato dell’edilizia nazionale.

Il Progetto Nac presuppone un’attenta riflessione anche su architettura, demografia, cultura in genere. Senza avere la presunzione di esaurire in alcune pagine una serie incredibilmente vasta di possibili soluzioni da architettare , sintetizziamo alcuni punti cardine della nostra attività.

La Casa è un Diritto: prima gli Italiani!
L’invasione immigratoria che sta, da 20 anni, mettendo in ginocchio il nostro Paese ha immediate ripercussioni anche sulle politiche abitative. La corrotta e catto-comunista direzione politica dei governi che si sono succeduti ha fatto sì che – odiernamente – circa il 30% degli alloggi “pubblici” vengano ceduti in assegnazione a individui extracomunitari. Conseguenza immediata di ciò è la nascita di veri e propri quartieri “ghetto”, ove gli italiani sono diventati una minoranza minacciata. Il fallimento palese di tutti i tentativi di integrazione dei cittadini extraeuropei ha provocato un netto peggioramento delle condizioni di vivibilità nelle zone di edilizia popolare. La totale mancanza di spirito civico ed educazione al rispetto del bene pubblico, incarnata nelle nuove apolidi masse urbane, sta facendo degradare, per osmosi, anche i centri urbani.
I Nac partono dal presupposto della lotta all’immigrazione. Essa, infatti, in Italia e in Europa, sta assumendo connotati apocalittici. Non saranno e non sono una serie di tepidi e presuntamene solidaristici provvedimenti di sanatoria e l’artificiosa distinzione tra un’immigrazione “buona” e una “cattiva” ad arginare il dramma, ma il varo di un reale piano di Difesa Nazionale: un Blocco dell’Immigrazione immediato. Per questo motivo, non si possono definire “corsie preferenziali” nell’assegnazione o nella vendita di alloggi pubblici se non per i nostri connazionali, mettendo in pratica un criterio di Preferenza Nazionale. Lo stato non deve in alcun modo permettere che i beni pubblici siano goduti e utilizzati da chi non ha cittadinanza italiana, e deve essere premiato in tal senso chi ha giovato, sia come Individuo sia come Nucleo familiare, alla crescita del bene pubblico con il lavoro e la contribuzione negli anni.

Favorire Famiglie e giovani coppie di connazionali
E’ sicuramente necessario da parte di uno Stato che vuole avere un Futuro nel Tempo e nella Storia, correre ai ripari di fronte al pernicioso attacco all’istituto fondamentale della società: la Famiglia. Chiaramente, la Famiglia intesa come naturale connubio tra Uomo e Donna, non la vergognosa giustapposizione omosessuale, tanto di moda nei circuiti della sinistra. I Governi che si sono passati il testimone non hanno mai inserito la custodia della Famiglia tra le proprie priorità. I Nuclei d’Azione Casa vedono nella famiglia il caposaldo della Società, il primo avamposto per la rigenerazione della Nazione e dei singoli individui che la compongono. Essa è primario soggetto sociale, e forma la spina dorsale della Comunità e dello Stato. E la Famiglia è pure il luogo per eccellenza dove l’essere umano riceve l’insieme dei valori e delle coordinate spirituali che dovranno guidarlo per tutta la vita e farne un cittadino: un uomo civile, un uomo nuovo.
La società contemporanea si presenta invece sempre più atomizzata, individualista, e poco lungimirante. Ribadire la validità del corpo familiare può offrire a tutto lo Stato un perfetto modello di Ordine, di solidarietà, di economia possibile per vincere le pressanti spinte disgregative che hanno la loro origine nella perversione di ogni legittimo ordine naturale. Nel campo delle politiche abitative, si possono certamente ritrovare dei validi strumenti di supporto ed esaltazione della Famiglia: dare alla Famiglia la certezza di una stabilità residenziale e la costanza di una dimora Familiare onorevole e decorosa significa garantirne la sopravvivenza e la stabilità. Si può quindi confermare il supporto alla famiglia con una riformulazione sostanziale dei criteri d’assegnazione o vendita di alloggi pubblici che sia premiante rispetto al nucleo essenziale della società civile italiana, con particolare riferimento alle famiglie che hanno figli e quindi sono il volano per una nuova politica demografica nazionale.
Si può, inoltre, dare ampio credito alle giovani coppie di connazionali che decidano di sperimentare la convivenza e coabitazione in previsione della costruzione di una famiglia. E’ innegabile che i giovani non siano minimamente invogliati, con il sistema vigente, ad affrancarsi dalle famiglie originarie: sia la difficoltà economica che le problematiche legate alla precarietà dilagante portano i giovani a rimanere nell’abitazione familiare fino oltre i 30 anni. E così si va a bloccare il processo di crescita e maturazione dell’Individuo, privato di prospettive e aspirazioni degne. In tale senso, è molto più ragionevole immaginare il varo, non tanto di registri delle coppie di fatto per accontentare l’ingombrante e arrogante comunità omosessuale, bensì di un Registro comunale delle giovani coppie, per garantire un adeguato e sostanziale ausilio a tutti i giovani Italiani che – pur volendo convivere e gettare i semi per la creazione di una nuova Famiglia – non ne hanno le facoltà economiche.

Abolire privilegi e ingiustizie nelle assegnazioni di alloggi pubblici
E’ praticamente impossibile quantificare la reale dimensione del fenomeno, vista l’incapacità delle istituzioni dello stato di fornire validi strumenti di comprensione, e d’intervento, in una questione di importanza determinante nel rapporto che dovrebbe vincolare il cittadino alla res-publica. Sicuramente sono troppi - in Italia – a godere d’immeritata e immotivata assegnazione dell’ “alloggio” popolare. Costoro vanno smascherati e sanzionati, e insieme si disintegrerà le reti della corruzione parastatale che avvelenano la gestione delle risorse pubbliche. La gestione dell’edilizia pubblica in Italia è in mano alle A.T.E.R. (Aziende Territoriali Edilizia Residenziale), che, in compartecipazione con comuni, province, regioni, amministrano un patrimonio inimmaginabile. Le A.T.E.R. nascono con la Legge Regionale che ha trasformato gli I.A.C.P. (Istituti Autonomi per le Case Popolari, già istituti nazionali fascisti per le case popolari) in Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale.

L'A.T.E.R. è un'Azienda che opera nel settore dell'edilizia sociale, in particolare in quella residenziale, provvedendo alla programmazione, progettazione, realizzazione e gestione degli interventi. È un'Azienda pubblica economica, dotata di personalità giuridica e di autonomia organizzativa, patrimoniale e contabile. Sappiamo molto bene – però - che l’influenza del settore politico-partitico e creditizio sono fondamentali nella nomina dei consigli d’amministrazione. E ciò provoca una distorsione tale da far perdere, nella pratica, la potenzialità benefica di una loro azione.

Le competenze delle A.T.E.R. sono così riassumibili:

1. attuare interventi di edilizia residenziale sovvenzionata, agevolata e convenzionata mediante l'acquisto, la costruzione ed il recupero di abitazioni e di immobili di pertinenza, anche attraverso programmi integrati e programmi di recupero urbano, utilizzando le risorse finanziarie proprie e/o provenienti per lo stesso scopo da altri soggetti pubblici;
2. progettare programmi integrati e programmi di recupero urbano e/o eseguire opere di edilizia e di urbanizzazione per conto di Enti pubblici;
3. sviluppare attività collegate a programmi di edilizia residenziale pubblica sia per nuove costruzioni sia per il recupero del patrimonio immobiliare esistente;
4. gestire il patrimonio proprio e di altri Enti pubblici comunque realizzato o acquisito e svolgere ogni altra attività di edilizia residenziale pubblica rientrante nei fini istituzionali e conforme alla normativa statale e regionale;
5. stipulare convenzioni con gli Enti locali e con altri Operatori per la progettazione e/o l'esecuzione delle attività consentite;
6. esercitare attività di consulenza ed assistenza tecnica a favore di Operatori pubblici e privati;
7. intervenire, mediante l'utilizzazione di risorse proprie, non vincolate ad altri scopi istituzionali, con fini calmieratori, sul mercato edilizio realizzando abitazioni da locare o da vendere a prezzi economicamente competitivi;
8. formulare proposte sulle localizzazioni degli interventi di edilizia residenziale pubblica.
Se queste “consegne” venissero applicate con serietà e rettitudine, probabilmente l’Italia non vivrebbe uno stato di crisi così profondo come quello attuale. Ma la differenza tra princìpi e prassi è evidente.
Occorre quindi stabilire un Codice di Etica e Condotta che sia base fondamentale per l’azione dei vertici e dei consigli d’amministrazione di queste aziende territoriali, tagliando senza timori reverenziali i compensi galattici dei consiglieri e funzionari e vincolando anche le Università e gli Enti di Ricerca alla partecipazione.

Promuovere una Rivoluzione nelle Politiche abitative

E’ di necessaria importanza ed attualità una progettazione volta a rilanciare arditamente l’edilizia residenziale pubblica. Una Rivoluzione che deve essere proposta con coraggio, ma senza fini di speculazione immobiliare.
La parola d’ordine deve essere: Pianificazione. Si devono pensare modelli di sviluppo equilibrato realmente a misura d’Uomo e non più ghetti in balia del degrado metropolitano

COSTRUIRE

Edificare nuovi palazzi, nuove case, costruire nuovi quartieri non significa necessariamente allargare in maniera tentacolare le città. E’ necessario, invece, fare delle scelte coraggiose volte all’abbattimento e allo smantellamento di quegli insalubri obbrobri che stanno (grazie alla spregiudicatezza della passata e presente speculazione immobiliare) inquinando la superficie Nazionale. I Nuclei d’Azione Casa si schierano quindi contro ogni genere di pratica di condono, richiedendo una Rivoluzione Morale che deve necessariamente coinvolgere il mondo della Politica e delle Istituzioni. I recenti avvenimenti di Ischia sono uno dei molti tragici esempi di come l’edilizia e la costruzione versino in uno stato di totale anarchia, corruzione e assenza non tanto di leggi, ma di volontà di metterle in pratica. Si deve avere la fermezza di abbattere le costruzioni disumane e di rimpiazzarle con altre – nate da pianificazioni all’avanguardia – in modo che nessun connazionale rimanga “sotto un ponte”. A tal fine è arcinoto che l’amministrazione pubblica possa tranquillamente esaudire la richiesta di alloggi con i beni che ha “malamente” in gestione. Purtroppo – però - l’amministrazione pubblica è sovente complice del perverso meccanismo dell’inutilizzazione del proprio patrimonio per favorire l’ansia di speculatori, palazzinari e della mafia dell’edilizia. Una rivoluzione morale non può che iniziare il proprio cammino così: investigare e annientare totalmente le collusioni di potere, le connivenze tra “stato” e “privato”, ovvero gli infami tiranni che manovrano a loro pieno profitto le istituzioni di garanzia.
Non si può effettuare uno studio e una proposta sugli immobili di edilizia popolare senza un’analisi del mercato immobiliare.
La bolla dei prezzi delle case è arrivata quasi al suo massimo, ma storicamente si sa che non esploderà, e quindi i prezzi non caleranno: si bloccheranno per almeno tre anni fino all’assorbimento del plus che si è venuto a creare progressivamente in quest’ultimo quadriennio in particolare. Infatti, al momento, nelle città di medie e grandi dimensioni si può tranquillamente asserire che il mercato, sia per quel che riguarda le compravendite sia le affittanze, è fermo. Quest’analisi, supportata da studi di settore e dalle categorie interessate, è realistica ma non spaventa affatto gli addetti ai lavori che, con i grandi margini di guadagno ottenuti fino ad oggi possono permettersi un periodo di stallo in attesa di una nuova crescita. Diversamente le famiglie italiane e tutti i soggetti individuali che hanno deciso o sono costretti per incombenti necessità a comprare la prima casa attualmente la trovano ad un valore commerciale reale superiore del 30%. Ciò nonostante non ci sono alternative e, quindi, l’unica soluzione percorribile è quella di rivolgersi ad una banca o istituto di credito per “accedere a un mutuo”, gran parte delle volte trentennale.
Per sgonfiare i prezzi del mercato bisogna immettere sulla piazza un’alternativa all’offerta degli impresari: lo Stato potrebbe investire in edilizia popolare da assegnare ad affitti calmierati, aumentando così l’offerta e diversificandola (lo stato, la regione, la provincia e il comune non possono avere utili) si bloccherebbe la spirale di speculazione sugli affitti “privati” e di conseguenza anche i prezzi di vendita si abbasserebbero notevolmente, in quanto si scoraggerebbe la speculazione edilizia per l’acquisto della “seconda casa” da affittare a terzi.
Per poter attuare una proposta simile di edilizia pubblica, con criteri moderni e a misura d’uomo, servono grandi investimenti sul locale, e ciò può avvenire costruendo su terreni demaniali con il dirottamento dei finanziamenti europei, con la vendita dei patrimoni immobiliari statali inutilizzati ad un prezzo ragionevole di mercato, nei centri urbani, e, in parte minore, con gli affitti dei locali commerciali e delle abitazioni.
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MessaggioTitolo: Re: Nuclei Azione Casa   Nuclei Azione Casa Icon_minitimeMer Gen 09, 2008 7:23 pm

RECUPERARE

Il patrimonio di edilizia residenziale pubblica costruito negli anni Sessanta e Settanta versa in una condizione di urgente necessità di riqualificazione, sotto il profilo tecnologico, funzionale-spaziale, energetico e infrastrutturale. L'analisi delle politiche per il recupero dei quartieri residenziali in Europa traccia il quadro degli elementi innovativi, caratteristici delle politiche integrate di riqualificazione che possono essere adottate anche nel nostro paese per rendere più incisivi i recenti strumenti di intervento per il recupero dell'edilizia popolare. In relazione all'interesse emerso verso una progettazione che abbia come obiettivo la riduzione dei consumi energetici, attraverso soluzioni capaci di sfruttare al meglio le caratteristiche ambientali e climatiche del sito e le energie rinnovabili, si può saggiare l'applicabilità delle tecnologie bioclimatiche al recupero edilizio, con particolare riferimento agli aspetti dello sfruttamento attivo e passivo dell'energia solare. L'analisi delle più recenti sperimentazioni di recupero sostenibile di quartieri residenziali degradati permette di tracciare le principali conclusioni circa strategie e strumenti per lo sfruttamento delle energie rinnovabili nel recupero dell'edilizia residenziale degradata, finalizzato all'ottenimento del risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni inquinanti e al raggiungimento degli obiettivi di qualità alla scala del quartiere, dell'organismo edilizio.

Sostenibilità dell’Edilizia: Per un Certificato della Bio-Edilizia

I Nuclei d’Azione Casa intravedono nel dibattito sulla “Sostenibilità” dell’azione umana importanti e pionieristici spunti di riflessione ed eventuali paradigmi di azione per il futuro-prossimo.
Gli edifici sono organismi vivi, che interagiscono con l'ambiente e con i suoi abitanti, rappresentano l'unità del tessuto urbano e sono il nostro “contenitore” per la maggior parte della nostra vita. Conoscere i materiali realmente biologici, le tecnologie costruttive tradizionali, riappropriarsi di concetti e tematiche che ci appartengono non può che consentire, aldilà del benessere dell'individuo, il ripristino e la conservazione dell' equilibrio millenario tra uomo e ambiente.
Nel dibattito scientifico e culturale sulla sostenibilità le città hanno rappresentato uno dei principali campi di riflessione e sperimentazione. Le ragioni di tale centralità sono dovute alla dimensione e concentrazione delle pressioni sulle risorse ambientali e al fatto che rappresentano il palcoscenico più eclatante di dinamiche globali e locali, di processi di crescita della popolazione e di consumi di risorse, negli ultimi decenni, che non hanno paragoni storici. Le città rappresentano soprattutto un campo di ricerca imprescindibile in quanto sono una declinazione “operativa” degli obiettivi alla base della definizione del Rapporto Brundtland del concetto di sviluppo sostenibile.
La sostenibilità dell’edilizia residenziale come Norma è una delle nuove frontiere che si aprono sul terzo millennio e che attengono alla qualità della vita di tutti Noi.
Con coraggio e razionalità si può configurare una “norma” di legge che preveda di migliorare le condizioni ambientali di vita, prescrivendo criteri di contenimento energetico degli edifici e miglioramento degli standard edilizi. L'approccio alla progettazione per quanto riguarda l'edilizia residenziale deve finalmente prevedere dei criteri di sostenibilità ambientale ed energetica.
I vantaggi derivati dall’introduzione nel nostro Ordinamento Giuridico di una norma sul risparmio energetico sono in potenza straordinari.
Una normativa nazionale adeguata, certificazione energetica degli edifici, informazione ai consumatori: si parta da qui per adeguare il sistema delle costruzioni a criteri di sostenibilità ambientale. La bioarchitettura propone infatti una totale inversione di tendenza rispetto all’esclusivo criterio del profitto che avvelena il settore dell’edilizia sia nel privato che nel pubblico.
Al costruttore la bioedilizia costa alcune decine di euro in più a metro quadrato. L'investimento iniziale si ammortizza in pochi anni, con il risparmio sui costi di gestione. Vantaggi ci saranno soprattutto dopo l'introduzione della certificazione energetica. L'obbligo di certificazione per edifici di nuova fabbricazione è previsto dal recente d.lgs n. 192/05 di attuazione della direttiva europea sul rendimento energetico nell'edilizia. Secondo gli addetti ai lavori, per rinnovare davvero il patrimonio edilizio è necessaria però la possibilità di introdurre la certificazione nelle stesse compravendite (gli edifici certificati avranno una classe più alta e un valore economico maggiore): se sul mercato c'è un bene di qualità energetica e la domanda lo richiede, i costruttori saranno costretti ad adeguarsi. Sebbene strategica, la certificazione energetica è solo un passo verso la cultura del costruire sostenibile. Va riconvertito il sistema delle costruzioni al sistema della normativa ambientale, ma ci vuole del tempo e molto coraggio vista la scarsa attenzione e capacità delle amministrazioni di emanare regolamenti edilizi che consentano la progettazione e realizzazione di edilizia sostenibile .
Non tutti producono materiali per l'edilizia sostenibile senza una normativa che obbliga a farlo, e da qui emerge una pressante necessità di legiferare a dovere in modo da diffonderne la pratica, anche perché oggi il manufatto edilizio si valuta sulla base della sua capacità di costare meno in termini di manutenzione. Solo una rivoluzione dell'economia delle costruzioni, quindi, può innescare un ciclo edilizio virtuoso, con meno inquinamento, meno costi per la comunità, meno costi per il gestore.

L’efficienza energetica in edilizia.

L’energia è sinonimo di sviluppo e il contesto socio economico attuale di scarsità delle risorse e di dipendenza dagli altri Paesi esprime un serio allarme per la Comunità Nazionale.
È evidente, quindi, che l’efficienza diventa una fonte al pari dei combustibili, laddove la tecnologia ma anche la cura e l’attenzione di un corretto stile di vita possono contribuire in modo significativo al contenimento delle risorse.
Negli ultimi anni abbiamo quindi assistito alla denuncia da parte dei produttori di materiali da costruzione, laterizi compresi, e degli installatori di impianti - entrambe le categorie rappresentate dalla Federazione F.IN.CO - degli eccessivi consumi degli edifici e al concretizzarsi di una normativa comunitaria e nazionale per il miglioramento del rendimento energetico in edilizia.
I drammatici “numeri” del settore destano grande allarme – il mondo delle costruzioni è responsabile del 45% dei consumi energetici–.
E’, ad esempio, sotto gli occhi di tutti come, negli ultimi anni, il raffrescamento estivo sia diventato un’esigenza cui non si riesce più a rinunciare e risulta, inoltre, in inarrestabile crescita il ricorso a impianti di climatizzazione. Questa pratica propone, quindi, una nuova sfida al settore delle costruzioni, stimolando la progettazione e realizzazione di edifici a bassa energia, capaci di assicurare un buon livello di comfort estivo.
Tra i criteri di base da adottare per la definizione di strategie di risparmio energetico negli edifici, merita grande attenzione la capacità di accumulo termico negli edifici caratterizzati da un’alta massa termica.
La massa termica non è, tuttavia, una panacea. E’ necessario, infatti, porre estrema attenzione anche ad altre misure, quali una corretta ventilazione degli ambienti e un contenimento del riscaldamento indotto dagli elettrodomestici, il cui corretto uso risulta fortemente incidente anche sulla bolletta energetica.
Su questi temi legati all’energia e, più in generale, su quelli legati alla valutazione degli impatti dei materiali da costruzione secondo il ciclo di vita, è fondamentale riflettere se si vuole proporre dei modelli alternativi. La stessa attenzione è riscontrabile nella normativa che si sta recentemente delineando con il Decreto 192/2005, di attuazione della Direttiva 2002/91/CE, che disciplina la progettazione e realizzazione di edifici in materia di prestazione energetica.
Tra gli strumenti di attuazione della difficile normativa, la certificazione energetica è certamente una novità assoluta, così che al pari delle etichette energetiche dei vari frigoriferi, televisori ed elettrodomestici in genere, potremmo noi tutti valutare in fase di compravendita dell’immobile anche la classe energetica, legata al fabbisogno energetico dell’edificio e quindi al risparmio in bolletta.
Considerazioni del tipo, “scelgo la classe migliore ad un prezzo magari più alto perché consapevole del risparmio”, potranno essere fatte anche per le abitazioni.
Tutto ciò ha determinato un fiorire di soluzioni e tecniche per la valutazione e la comunicazione del fabbisogno energetico degli edifici che va assolutamente stimolato.

Abolizione dell’I.C.I. (imposta comunale sugli immobili)

L’I.C.I. è un'imposta sugli immobili. Nasce col D. Lgs. 504/92. Certamente l'imposta è la meno gradita dai proprietari di case, tant'è che ne promuoviamo una petizione popolare per la sua abolizione.
Essa riguarda i fabbricati, le aree fabbricabili, i terreni agricoli ubicati in Italia. I fabbricati sono le unità immobiliari iscritte al catasto fabbricati; per aree fabbricabili si intendono quelle su cui gli strumenti urbanistici prevedono possibilità di edificazione.
Quest’imposta è iniqua e va a tassare un bene di prima necessità – la “prima” casa. Un ragionamento analogo si deve allargare anche ai proprietari di seconda casa e ai proprietari degli immobili, i titolari di diritti reali di uso, d'usufrutto, abitazione, enfiteusi, superficie che sono i soggetti passivi chiamati a pagare l'ICI dai Comuni dove gli immobili sono ubicati. La proprietà di per sé – in quanto proprietà – non deve essere soggetta a tassazione alcuna.
Poco importa se i bilanci odierni dei comuni siano largamente dipendenti dal gettito I.C.I. E’ auspicabile una completa Rivoluzione tributaria che riporti il gettito fiscale procapite al di sotto del 25%. L’unica maniera per creare stabilità in una materia delicata come la Scienza delle Finanze è portare attenzione a ciò che realmente un Individuo-Impresa può destinare alla spesa pubblica senza snaturare i propri bisogni ed esigenze economiche. L’eticità dei tributi deve essere il primo fondamentale parametro di valutazione delle tasse: in questo caso l’I.C.I rappresenta un’imposta dal sapore comunista che appesantisce il Patrimonio familiare creato con enormi sforzi e sacrifici.
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MessaggioTitolo: Re: Nuclei Azione Casa   Nuclei Azione Casa Icon_minitimeMer Gen 09, 2008 7:24 pm

Per la Ricostruzione Nazionale: gli Eco-mostri devono saltare!

Il cemento deturpa molti tra i più bei panorami d'Italia. Certe strutture sono costruite contro qualunque legge, perfino nelle aree protette. Ma distruggerle non è facile, in un’ Italietta di collusione e corruzione. E si profilano battaglie legali infinite prima di poter finalmente giungere al risanamento.
”Bentornato lungomare!” Così, a Bari, decine di striscioni hanno salutato la demolizione del complesso di Punta Perotti, la saracinesca di cemento sorta praticamente sulla spiaggia. Ora molti sperano che l'onda d'urto del crollo colpisca alle fondamenta anche altre offese al paesaggio italiano. Gli ecomostri sono ovunque: al Sud prevalentemente, ma anche nei parchi naturali della Toscana e della Liguria. Sebbene siano sotto gli occhi di tutti e siano state ingaggiate quasi ovunque battaglie legali per l'abbattimento, liberarsene è stato fin oggi un’ impresa disperata e quasi utopica.
Basta un esempio. Dopo il fragore del crollo di Punta Perotti, il sindaco di Bari Michele Emiliano ha trovato emuli. Il presidente della Calabria, Agazio Loiero, ha deciso il 7 aprile la fine del villaggio Lo Pilato, noto come «il mostro di Copanello»: una gigantesca costruzione abusiva che deturpa la costa ionica da 30 anni. Possiamo aspettarci a breve un altro botto nel Catanzarese? Su Copanello pende un'ordinanza comunale di demolizione già dal 1987. Ma per tirare su uno scheletro di cemento può bastare una notte, per disfarsene passano lustri.
Negli ultimi anni, gli abbattimenti si contano sulle dita di una mano. Quelli completati sono soltanto due: l'albergo del Fuenti, sulla Costiera Amalfitana, sbriciolato nel 1999, e le otto torri di cemento del Villaggio Coppola, sul litorale casertano, venute giù tra il 2001 e il 2003. Se a Punta Perotti le prossime esplosioni sono già fissate per il 23 e il 24 aprile, quando dovrebbe sparire l'ultimo blocco costruito dai Matarrese, altrove l'intervento delle ruspe è stato più che altro dimostrativo. E su qualche mucchietto di macerie si sono consumate promesse durate il tempo di una campagna elettorale.
Nell'Oasi del Simeto, vicino a Catania, nidificano rarissime specie di uccelli migratori. Sarebbe una delle riserve naturali più belle d'Italia se non ci avessero nidificato anche gli abusivi: 550 case costruite a pochi metri dal mare. Per lo più villette per le vacanze di catanesi costruite nel nome della cazzuola selvaggia. Un esempio di inciviltà che si è tentato di abbattere a più riprese con modesti risultati: edifici eliminati 119, villette ancora in piedi 431. Da qualche anno si è deciso di non decidere. E il villaggio delle vacanze resta intoccabile.
Alla Sicilia, del resto, va assegnano il primato di regina degli sfregi edilizi: in pochi chilometri di costa, nell'Agrigentino, si va dalle 800 villette abusive di Triscina alla speculazione sulla spiaggia Capo Rossello, per finire con l'albergo che rovina Baia dei Turchi. L'esempio più grave nell'isola resta quello delle 700 villette costruite senza autorizzazione nella Valle dei Templi di Agrigento: un'area sottoposta a «vincolo di inedificabilità assoluta».
Sconforta la logica con cui vennero fabbricate: il divieto è del 1968. Il grosso degli abusi si concentra tra il 1971 e il 1985.
La Valle dei Templi è un esempio emblematico: un caso, come spesso accade, in cui il filone della spregiudicatezza imprenditoriale, la cattiva gestione amministrativa e l'infiltrazione della criminalità organizzata si combinano. Un ruolo determinante la mafia l'ha avuto su quella che a Palermo chiamano «la collina del disonore»: a Pizzo Sella il Comune di Palermo rilasciò 314 concessioni edilizie illegittime. Tutte intestate alla sorella del boss Michele Greco, detto il “Papa”.
Un fatto va chiarito. Anche al Nord ci sono enormi colate di cemento in attesa di abbattimento. Sull'isolotto di Palmaria, proprio di fronte a Portovenere nel parco delle Cinque Terre, si erge uno scheletro di 30 metri costruito illegalmente. Doveva essere un residence di lusso, da trent'anni è l'ecomostro che deturpa il tratto più bello della Riviera di Levante.
È finito invece in un intrigo politico-giudiziario il tentativo di speculazione immobiliare in un'altra perla del Tirreno: l'Isola d'Elba. Un edificio esteso, alto due piani, sorto a Procchio, a 100 metri dal mare, in una zona ad altissimo rischio idrogeologico. Due prefetti, un giudice e alcuni politici sono stati indagati per avere assicurato coperture ai costruttori. In cambio, alcuni ricevevano appartamenti…
Contro ogni logica compromissoria o paramafiosa i Nuclei d’Azione Casa indicano come priorità pedagogica per tutta la Comunità Nazionale l’immediata disintegrazione degli ecomostri, con la creazione di uno specifico Registro a cura del Ministero dell’Ambiente che abbia in tal senso mano libera e amplissimi poteri d’intervento per l’abbattimento dei medesimi.
L’interventismo pubblico nell’opera di abbattimento degli ecomostri deve finanziarsi tassativamente con un’opera di sequestro dei beni di coloro che sono condannati anche in primo grado per speculazione edilizia e non pesare sull’erario di stato. Sempre per motivi pedagogici si può tra l’altro utilizzare l’Esercito e i suoi reparti maggiormente specializzati nel genio per ripulire immediatamente uno tra i maggiori Beni che l’Italia possiede: il proprio ambiente naturale.

Provocazione: Contro la città tentacolare – bloccare l’immigrazione nelle città

L’odierna condizione urbanistica italiana richiama pienamente le profetiche ansie espresse da Benito Mussolini e dal Fascismo più di 60 anni fa.
La disordinata crescita delle città, accompagnata al sensibile peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini dopo gli anni del welfare, ci presentano quartieri dormitorio, periferie ingestite e ingestibili, no white zone e intere zone urbane abitate esclusivamente da invasive “minoranze” (le future maggioranze...) etniche. Il problema non è più delegabile a demenziali e interessate burocrazie amministrative: merita, invece, un’attenzione di carattere molto più ampio, Nazionale.
“Il lucro, la speculazione, il far presto da un lato, le esigenze della igiene pubblica dall’altro, soffocarono la tradizione, uccisero ogni senso d’arte, fecero trascurare gli effetti della prospettiva, la logica dell’architettura, e le città si presentarono banali, monotone e incanalanti nelle loro grandi arterie correnti boreali, o mancanti, nelle ore meridiane, di un filo d’ombra.”
Anche le piccoli città soffrono i guai delle grandi metropoli; hanno medesimi problemi di traffico, cementificazione selvaggia, totale assenza di pianificazione razionale e logica: totale dittatura del profitto di pochissimi abili predatori dell’edilizia.
“La metropoli cresce, attirando verso di sé la popolazione della campagna, la quale, però, appena inurbata, diventa – al pari della preesistente popolazione – infeconda. Si fa il deserto nei campi; … la metropoli è presa alla gola: né i suoi commerci, né le sue industrie, né i suoi oceani di pietre e di cemento armato, possono ristabilire l’equilibrio oramai irreparabilmente spezzato: è la catastrofe.
La città muore, la nazione … non può più resistere … Ciò accadrà e non soltanto fra città o nazioni, ma in un ordine di grandezze infinitamente maggiore: la intera razza bianca, la razza dell’Occidente, può venire sommersa dalle altre razze di colore che si moltiplicano con un ritmo ignoto alla nostra.”
Incredibilmente profetica, l’analisi operata dal Fascismo vede la sua inquietante conferma nelle odierne città. E la prossima profezia è presto svelata. L’esempio parigino, berlinese, londinese, ove la mefitica società multirazziale-multiconflittuale è esperimento maturato a dovere, saranno il paradigma delle nostre città, anche di quelle meno densamente abitate.

“Alcuni dati statistici … conducono a conclusioni nettamente antiurbanistiche, soprattutto dal punto di vista del problema della casa; insolubile problema finchè non sarà adottata questa formula: impedire l’immigrazione nelle città, sfollare spietatamente le medesime.
Facilitare con ogni mezzo e anche, se necessario, con mezzi coercitivi, l’esodo dai centri urbani; difficoltare con ogni mezzo e anche, se necessario, con mezzi coercitivi, l’abbandono delle campagne; osteggiare con ogni mezzo l’immigrazione a ondate nelle città.
Quanto all’industria edile, ci sono milioni di case rurali, inabitabili, da demolire e da rifare, il che rientra nei piani della bonifica integrale.”
I Nuclei d’Azione Casa auspicano una riscossa decisa, che i rapaci dell’urbanistica che cospirano nelle progressiste facoltà di architettura di Università ormai prive di magnificenza, sicuramente direbbero utopico. Ma non c’è, in verità, nulla di più assurdo che accanirsi su dei modelli (i loro) il cui fallimento è chiaro a chiunque.
I criteri di evoluzione della Città Italiana devono riprendere il Passo dall’unica e autentica rivoluzione socialmente sostenibile nell’ambito architettonico: La Città Futura. Città Futura che non può essere la brutta replica di una Belgrado titina, con quartieri alveare disumani. Una città che dev’essere pianificata e umana nello stesso tempo, con progetti arditi e decorosi, che rispettino la Storia, Cultura, Tradizione dei luoghi in cui insistono. Fondamentale, da questo punto di vista, è bloccare l’edificazione di qualsiasi artefatto (sia una fontana, un palazzo, un parcheggio, una struttura) mortificante per l’ambiente circostante. Eco-mostri, ma non solo: un’Italia i cui centri storici medioevali hanno resistito per nove secoli a ogni traversia bellica non può essere sfregiata ulteriormente da stridenti obbrobri postmodernisti.


Con la legge 38 aprile 1938, n. 1165, lo Stato concede sovvenzioni a enti e a privati per la realizzazione di alloggi popolari ed economici che consentano di dare una casa a quanti ne hanno bisogno. La legge stabilisce inoltre che lo Stato stesso possa assumere totalmente a proprio carico la costruzione di detti alloggi. E ad essa fa seguito il R.D.L. 28 aprile 1939, n.116.
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MessaggioTitolo: Re: Nuclei Azione Casa   Nuclei Azione Casa Icon_minitimeMer Gen 09, 2008 7:24 pm

PROPOSTE – Allegati NAC

I ASSEGNAZIONE

REQUISITI PER L’ASSEGNAZIONE

I richiedenti devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

§ Cittadinanza italiana (IUS SANGUINIS)
§ Residenza anagrafica o attività lavorativa esclusiva o principale nel Comune di richiesta, salvo che si tratti di lavoratori destinati a prestare servizio in nuovi insediamenti industriali compresi in tale ambito o di lavoratori emigrati all’estero, per i quali è ammessa la partecipazione per un unico ambito territoriale
§ Non titolarità di diritti di proprietà, usufrutto, uso, e abitazione su alloggio/i o parti di essi per i quali il 6% del valore catastale complessivo sia superiore al 50% di una pensione minima I.N.P.S. dell’anno corrente ubicato in qualsiasi comune del territorio nazionale (rendita catastale non superiore a € 45502,17)
§ Assenza di precedenti assegnazioni in proprietà immediata o futura di alloggio realizzato con contributi pubblici, o assenza di precedenti finanziamenti agevolati in qualunque forma concessi dallo stato e da enti pubblici, purché l’alloggio non sia inutilizzabile o distrutto senza risarcimento del danno
§ Reddito annuo complessivo del nucleo familiare in misura non superiore al limite per l’accesso stabilito in € 15000 dichiarato nell’anno corrente e riferito all’anno precedente. Il limite di reddito attualmente vigente è il seguente:

NUCLEO FAMILIARE REDDITO REDDITO
DA LAVORO DIPENDENTE DA LAVORO AUTONOMO

1 O 2 COMPONENTI € 23.407,33 € 15.000
3 COMPONENTI € 23.923,78 € 15.516,45
4 COMPONENTI € 24.440,23 € 16.032,90
5 COMPONENTI € 24.956,68 € 16.549,35
6 COMPONENTI € 25.473,13 € 17.065,80
7 COMPONENTI € 25.989,58 € 17.582,25
8 e più COMPONENTI € 26.506,03 € 18.098,70

il limite di accesso è ulteriormente aumentato di € 516,45 per ogni figlio a carico.

§ Per nucleo familiare si intende la famiglia costituita da coniugi ovvero da un genitore e dai figli legittimi, naturali, riconosciuti, adottivi e dagli affiliati loro conviventi. Fanno altresì parte del nucleo familiare il convivente more uxorio, gli ascendenti, i discendenti, i collaterali fino al terzo grado, purché la stabile convivenza con il concorrente abbia avuto inizio almeno due anni prima della data di pubblicazione del bando di concorso e sia dimostrata secondo le norme di legge
§ Nel caso si tratti di nucleo familiare di 2 componenti di cui uno sia figlio a carico del capo famiglia, il limite di reddito è elevato di € 516,45
§ Non aver ceduto in tutto o in parte l’alloggio di edilizia residenziale pubblica eventualmente assegnato in precedenza in qualsiasi forma
§ Non occupare senza titolo un alloggio di edilizia residenziale pubblica

PUNTEGGI PER L’ASSEGNAZIONE

Le graduatorie per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sono formate sulla base dei punteggi assegnati e dei criteri di priorità sottoindicati, riferiti al concorrente e al suo nucleo familiare:

§ Cittadinanza italiana punti 5
§ Cittadinanza di uno stato appartenente all’ UE punti 1
§ Nucleo familiare il cui reddito convenzionale per l’anno in corso non superi l’importo di una pensione minima I.N.P.S. (pari a € 5.460,26)
punti 5
§ Presenza nel nucleo familiare di una o più persone di età superiore ai sessanta anni
Punti 2
§ Presenza nel nucleo familiare di una o più persone di età superiore ai sessanta anni non autosufficienti, riconosciute tali con certificazione da parte degli organi competenti
Punti 5
§ Presenza nel nucleo familiare di una o più persone portatrici di handicap certificata dagli organi competenti che comporti una diminuzione permanente della capacità lavorativa uguale o superiore a 2/3 riconosciuta ai sensi della vigente normativa
Punti 5
§ Nuclei familiari di cittadini italiani emigrati all’estero che dichiarino nella domanda di rientrare in Italia per stabilirvi la residenza
Punti 4
§ Nucleo familiare composto da 5 o più persone
Punti 6
§ Nucleo familiare composto da un solo adulto e uno o più minori
Punti 3
§ Coppie che abbiano contratto matrimonio da non oltre un anno dalla data di pubblicazione del bando o che contraggano matrimonio entro un anno e comunque prima dell’assegnazione dell’alloggio
Punti 5
§ Anzianità di collocazione in precedenti graduatorie definitive
Punti 0,5-3

MODALITA’ PER LA DETERMINAZIONE DEI CANONI DI LOCAZIONE

§ una pensione minima Inps (€ 5460,26) Þ 4% reddito imponibile
§ due pensioni minime Inps (€ 10920,52) Þ 6% reddito imponibile
§ € 23.407,33 da lavoro dipendente o pensione € 15.000 da lavoro autonomo Þ tetto max 11% del reddito imponibile con nucleo familiare < 4 persone e 10% con nucleo familiare => 4 persone



2 ACQUISTO – RISCATTO DI IMMOBILE DI EDILIZIA POPOLARE
PER LA PROPRIETA’ DELLA CASA!

Gli immobili di edilizia popolare di proprietà interamente statale potranno essere acquistati solo ed esclusivamente dai cittadini aventi diritto. I criteri saranno gli stessi utilizzati per l’assegnazione in locazione.
Qualora l’acquirente sia un conduttore con diritto di riscatto pagherà l’abitazione al prezzo del valore della rendita catastale attualizzata al momento dell’acquisto; se non fosse mai stato un conduttore il prezzo di vendita sarà calcolato sulla rendita catastale più il 10%. Il conduttore interessato all’ acquisto deve essere in regola con il pagamento del canone d’affitto e solo dopo una regolare locazione di tutto il contratto di 8 anni potrà usufruire delle agevolazioni economiche.
Il prezzo di vendita deve essere pagato per una quinta parte all’atto del compromesso e per il rimanente in rate mensili, che non supereranno il 25% del reddito familiare ma saranno comprese nella forbice tra il 13% ed il 25%, comprensive della quota di ammortamento e dell’interesse fisso ottenuto dall’indice Eurirs sottratto della quota fissa pari a 1.5% che sarà addebitato alla Banca d’Italia. La stipula del contratto di compra-vendita avverrà quando sarà avvenuto il pagamento dell’ultima rata da quel momento l’acquirente sarà titolare del diritto reale di godimento di proprietà.
Nel caso in cui si dovesse verificare l’impossibilità di pagare le rate di riscatto l’ente preposto restituirà la cifra finora versata detratto l’importo dell’affitto calcolato per il nucleo familiare e negozierà con l’insolvente un nuovo contratto di locazione.
In caso di disoccupazione totale del nucleo familiare, dei curatori statali affiancheranno gli inquilini per valutare e agevolare il reinserimento nel mondo del lavoro e in caso di accertata impossibilità verrà stipulato un contratto di locazione a tariffa pari a zero fino alla variazione della situazione reddituale.
Non ci sono limiti di età per stipulare il compromesso ed in caso di decesso del titolare dell’atto se gli eredi saranno in possesso dei requisiti richiesti erediteranno l’atto, con la ricontrattazione della rata, in caso contrario percepiranno la restituzione della somma versata detratto l’importo dell’affitto calcolato sul reddito del de cuius. Dopo il pagamento totale e quindi all’acquisizione del diritto reale di godimento di proprietà il titolare potrà vendere o affittare l’immobile come ogni cittadino italiano libero da qualsiasi vincolo, nel frattempo non potrà affittarlo né venderlo se non interrompere il rapporto con lo stato e si metteranno in atto le clausole come nei casi di insolvenza ed eredità.
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